Dipignano, nuova pastora per la comunità valdese nel segno della continuità e dell’apertura | FOTO
Il vescovo Giovanni Checchinato, con un caloroso benvenuto e un mazzo di fiori, ha sottolineato l'importanza del dialogo ecumenico. Presente anche il parroco don Paolo Bosco
La comunità valdese di Dipignano, piccola ma vibrante realtà religiosa nata agli inizi del Novecento, ha accolto con gioia la sua nuova pastora, Giuseppina Bagnato. L’insediamento, svoltosi in un clima di profonda spiritualità e condivisione, segna un nuovo capitolo nella storia di questa comunità, radicata nella Calabria da secoli.
Le origini dei valdesi in questa regione risalgono al XIII secolo, con insediamenti a Montalto Uffugo, San Vincenzo la Costa e Guardia Piemontese. Oggi, gli eredi spirituali di Pietro Valdo continuano a portare avanti un messaggio di fede e di impegno sociale, trovando a Dipignano un punto di riferimento importante.
La cerimonia di insediamento nella comunità valdese di Dipignano, semplice ma ricca di significati, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti sul territorio. Il vescovo Giovanni Checchinato, con un caloroso benvenuto e un mazzo di fiori, ha sottolineato l’importanza del dialogo ecumenico. Il parroco cattolico di Dipignano, don Paolo Bosco, e i rappresentanti delle altre chiese hanno espresso la volontà di collaborare per promuovere la pace e la giustizia.
La stretta di mano da parte del consiglio della chiesa valdese di Dipignano ha sancito l’inizio di un nuovo cammino condiviso, di cui la pastora Bagnato si fa portavoce. La sua presenza rappresenta una garanzia di continuità per una comunità che, pur mantenendo le proprie radici, guarda al futuro con speranza e apertura.
Un momento particolarmente toccante è stato la piantumazione di semi nel giardino antistante al tempio, simbolo dell’impegno comune per la cura del creato. Questa azione, in linea con la Giornata interconfessionale del creato, ha voluto sottolineare l’importanza di ristabilire l’equilibrio con la natura, compromesso dall’azione umana.