giovedì,Aprile 24 2025

I Fisici dell’Unical tra i vincitori dell’Oscar della fisica, il Breakthrough Prize

Il riconoscimento è assegnato agli esperimenti del Large Hadron Collider del CERN. L’ateneo calabrese ha contribuito in modo significativo all’esperimento ATLAS

I Fisici dell’Unical tra i vincitori dell’Oscar della fisica, il Breakthrough Prize

Da anni il lavoro dei Fisici dell’Unical contribuisce al lavoro del grandioso esperimento del Cern di Ginevra e pochi giorni fa, questo grande impegno, ha avuto il suo meritato riconoscimento.

C’è infatti anche un pezzo dell’Università della Calabria dietro uno dei premi scientifici più prestigiosi del mondo che è stato assegnato durante la cerimonia che si è svolta a Los Angeles lo scorso 5 aprile. Gli scienziati dell’ateneo calabrese fanno parte delle migliaia di ricercatori in tutto il mondo che hanno ricevuto il Breakthrough Prize in Fundamental Physics 2025, assegnato alle collaborazioni ATLAS, CMS, ALICE e LHCb, impegnate negli esperimenti del Large Hadron Collider (LHC), il super-acceleratore del CERN di Ginevra.

Il Breakthrough Prize – spesso definito l’Oscar della fisica – ha riconosciuto le ricerche sul bosone di Higgs, sulla materia più densa mai creata in laboratorio, sulle asimmetrie tra materia e antimateria, e sulla scoperta di nuove particelle che aiutano a comprendere meglio l’universo.

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Uno dei protagonisti è ATLAS, uno dei rivelatori di particelle più grandi e complessi mai costruiti: lungo oltre 40 metri e alto 25, analizza le collisioni tra protoni a energie altissime. Proprio grazie ad ATLAS – e al suo “gemello” CMS – fu scoperto nel 2012 il celebre bosone di Higgs, che spiega come le particelle acquisiscono massa.

L’Università della Calabria collabora al progetto ATLAS dal 1995 ed è oggi una delle realtà italiane più attive. Il gruppo di ricerca – composto da sette fisici e ingegneri, insieme a studenti, dottorandi e assegnisti – ha avuto un ruolo di primo piano nella progettazione e costruzione dello spettrometro per muoni, un sistema che consente di rivelare particelle fondamentali prodotte nelle collisioni. Altri contributi chiave riguardano lo sviluppo di software per l’analisi dei dati, lo studio del quark top e la produzione di bosoni in associazione con quark pesanti.

Il docente Unical che dal 2019 è team leader e team manager del gruppo ATLASCosenza, dal laboratorio Alte Energie, racconta perché è così importante osservare gli effetti dell’urto tra particelle.

«Un rivelatore è come una cinepresa che registra, istante per istante, quello che succede subito dopo la collisione tra due particelle: quindi l’energia cinetica, il tipo di particella, la massa. Ce ne sono moltissime che decadono immediatamente, quindi abbiamo necessità di capire dai prodotti di decadimento, che cosa ha prodotto la particella che ha originato questo decadimento. Il bosone di Higgs è stato scoperto in questa maniera» aveva spiegato ai nostri microfoni il professore Marco Schioppa, responsabile del gruppo ATLAS all’Unical. «Il nostro lavoro sulla progettazione dei rivelatori e l’analisi dei dati è un esempio di innovazione che guida tutto il progetto ATLAS. Questo premio conferma l’importanza del nostro contributo e ci sprona a continuare la ricerca sulle domande fondamentali dell’universo».

A ritirare il premio, del valore complessivo di 3 milioni di dollari, sono stati i portavoce delle quattro collaborazioni scientifiche. Per volontà degli stessi team, l’intera somma sarà donata alla CERN & Society Foundation, che finanzierà borse di studio per giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo.

«È un bellissimo riconoscimento per la dedizione e l’ingegno di migliaia di scienziati», ha commentato Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN. «Questi risultati hanno trasformato la nostra comprensione dell’universo al livello più fondamentale».

Ma le sfide non finiscono qui. Il LHC è attualmente in funzione e si prepara a una nuova evoluzione, la fase ad Alta Luminosità, che a partire dal 2030 moltiplicherà per dieci le collisioni tra particelle. L’Università della Calabria è già al lavoro per il futuro: il team è coinvolto nella progettazione del quarto strato di camere RPC per il nuovo spettrometro a muoni, fondamentale per affrontare le sfide della fisica ad altissima intensità.

«Stiamo costruendo i rivelatori del futuro, pensati per analizzare una quantità di dati mai vista prima», ha concluso Stephane Willocq, portavoce di ATLAS. «È un passo importante verso nuove scoperte e una comprensione sempre più profonda dell’universo».

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