Il capitano rossoblù parla del gruppo, delle ambizioni e del clima che si respira dentro e fuori dal campo
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È un capitano che sa cosa significa vivere ogni sfida sulla propria pelle, quello che si presenta per l’ultima intervista del 2025. Tommaso D’Orazio, leader del Cosenza Calcio, parla alla vigilia della sfida contro la Cavese, che chiuderà il girone d’andata e l’anno solare. E lo fa con la lucidità di chi ha vissuto sia la gioia della serie B che l’amarezza della retrocessione.
«La preparazione è stata come sempre molto intensa», esordisce D’Orazio. «Focus sulla partita, analisi della Cavese con lo staff e il mister, e grande voglia di chiudere bene l’anno».
Il pareggio contro il Trapani ha lasciato buone sensazioni: «Abbiamo fatto una grande prestazione su un campo difficilissimo, dove nessuno ha ancora vinto. Meritavamo anche i tre punti. Loro, senza la penalizzazione, sarebbero nei primi posti della classifica».
Ma la vera forza di questa squadra è il gruppo. «Ne ho vissuti tanti qui a Cosenza - racconta - ma questo è speciale. Si è creato qualcosa di profondo, mattone dopo mattone, fin dal ritiro di luglio. Siamo come una famiglia, anche con i normali problemi. Il mister e lo staff ci hanno aiutati fin da subito, sono stati schietti e trasparenti. Noi rimasti dalla scorsa stagione abbiamo fatto un patto tra di noi: riscattarci».
Un concetto ribadito con forza anche parlando del passato: «La retrocessione è stata una tragedia sportiva per me. Ancora oggi fa male. Ma è proprio da lì che nasce il desiderio di riscatto. Ho vissuto tutto, dalla promozione in B alla caduta. E ora voglio riportare il Cosenza dove merita. Sarebbe il coronamento di un sogno».
Il bilancio del girone d’andata è chiaro: «Abbiamo acquisito consapevolezza, sappiamo che possiamo fidarci l’uno dell’altro. Quando sono in difficoltà, mi giro e so che il mio compagno è lì. L’anno scorso questo non succedeva». L’allenatore, Antonio Buscè, è parte integrante di questo percorso: «È stato bravissimo ad allenare prima di tutto la nostra mente. Ci ha ascoltati, ci ha messo sulla strada giusta. È diretto, trasparente, ci guida con chiarezza».
Dal punto di vista tattico, D’Orazio sottolinea: «Il Cosenza ha un’identità precisa, gioca un calcio propositivo. Ma dobbiamo imparare a vincere anche le partite sporche, come quella contro la Cavese. Lì si vedrà la nostra maturità».
Il girone C di serie C, secondo D’Orazio, è il più complesso: «Cinque squadre in cinque punti. Tutto è aperto. Salernitana, Benevento, Catania hanno pressioni altissime. Noi no, e stiamo dimostrando che possiamo dare fastidio».
Sulla spinta del pubblico: «In trasferta ci sostengono sempre. In casa, purtroppo, c’è questo vuoto per via delle curve. Ma un Marulla pieno fa la differenza. Lo sappiamo tutti. Detto questo, queste dinamiche non entrano nello spogliatoio. Noi pensiamo solo a pedalare».
Poi un passaggio sul calciomercato: «Abbiamo avuto infortuni pesanti: Kourfalidis, Cimino, Mazzocchi. Tre ragazzi straordinari. La società saprà cosa fare. Noi pensiamo solo al campo. Parlare di mercato toglie energie, meglio restare concentrati».
Infine, sul proprio futuro, D’Orazio è chiaro: «Sono qui da anni e darò tutto fino all’ultimo giorno. Mi sento bene, ho ancora tanto da dare. Quando sarà il momento, la società sa che sono a disposizione».
Conclude con un messaggio chiaro ai tifosi: «Onorare la maglia è il nostro compito. Lo facciamo ogni settimana. Speriamo che presto si ricrei quell’unione di intenti che rende il Marulla un fortino. Noi ci crediamo».

