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Giuseppe Falcomatà, Sindaco di Reggio Calabria, è intervenuto telefonicamente ieri a Reggina Tv, parlando del match tra Cosenza e Reggina vinto dagli amaranto e commentando anche la sua trasferta cosentina.
“Vittoria di Cosenza tappa fondamentale per noi”
Si parte con un commento scherzoso sulla maglia numero 9 del Cosenza che il Presidente Guarascio gli ha regalato: “Non sanno che sono uno scarparo. La 9 per me non va bene. Al massimo un 3, un 4.. A parte la battuta, devo dire che a Cosenza abbiamo avuto una grandissima accoglienza da parte della società, del Sindaco e di tutti. Da tifoso ho colto un’atmosfera dei bei tempi per noi. Un’atmosfera che mi ha fatto ripensare alle vittorie da quelle parti con i gol Possanzini e Firmani. Siamo andati a Cosenza non per prendere il punticino o fare la partita della morte perché un derby. Ma ci siamo andati con la consapevolezza che quella partita rappresenta una tappa fondamentale per il tipo di campionato che la Reggina vuole fare. Il Presidente Gallo parla di una salvezza tranquilla, ma la classifica ci impone di avere la consapevolezza delle nostre potenzialità”.
“In A con me Sindaco sarebbe la chiusura di un cerchio”
Dallo studio ricordano a Falcomatà che quando si è vinto a Cosenza poi si è sempre vinto il campionato: “Sì, ma io ricordo anche tante partite sofferte con loro. Ad esempio una che risolse Lucarelli nel finale in un anno nel quale ci salvammo all’ultimo. Speriamo che la vittoria del Marulla coincida anche stavolta con un campionato vincente. Nell’ultima vittoria a Cosenza prima della settimana scorsa, il Sindaco era mio padre ed andammo in A. Rifare lo stesso adesso sarebbe la chiusura di un cerchio. Anche se nel 2020 abbiamo vissuto un importante traguardo con la vittoria del campionato di Serie C”.
“A Caruso non piace il calcio”
“L’esultanza al gol di Montalto? Ho stretto le ginocchia a Caruso senza rendermi conto che fosse il Sindaco di Cosenza. Sono saltato dalla sedia e mi sono riseduto subito. Ho dovuto trattenere l’esultanza visto il contesto. Dall’altra parte c’era anche Occhiuto: ero in una morsa rossoblù. Caruso mi ha detto che non segue il calcio, non gli piace. Occhiuto invece mi ha detto che la squadra l’ha sempre seguita ed più preparato. Ma erano entrambi consapevoli che dovevano buttarla molto sull’agonismo per venirne fuori ed infatti il Cosenza è durato un tempo. Quando i due attaccanti hanno smesso di giocare e di accelerare la squadra è crollata completamente e sono venuti fuori i valori dei nostri. Abbiamo vinto da grande squadra. Lì dalla tribuna la percezione è stata di una squadra senza fretta, consapevole della sua superiorità tecnica, molto ben messa in campo e sicura che il gol sarebbe arrivato. Senza rischiare molto, senza scoprirci. Alla prima concessione che ci hanno fatta, siamo stati bravi a sfruttarla con il grandissimo gol di Montalto”.