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Un’ispezione sfuggita di mano e conclusa con 71 prescrizioni, alcune delle quali anticipano il contenuto dell’inchiesta della Dda di Catanzaro sul sistema di gestione del carcere. Il documento redatto dal Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) parla di pacchi destinati ai detenuti e gestiti in maniera allegra, di metal detector non funzionanti e scarsi controlli sulle visite dei familiari dei reclusi.
In parte, sembra richiamare una delle frasi shock dell’ex direttrice del penitenziario Angela Paravati: «Vi abbiamo fatto entrare tutte cose tramite pacchi, dice… qua vi faccio stare bene, e mi fate un mancato rientro?». Il riferimento è a una protesta in carcere e ai presunti favori riservati ai detenuti che, in una certa misura, finiscono anche nella relazione ispettiva. (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)