di Cristina Iannuzzi

«Ci facciamo forza, perché dobbiamo essere forti, sebbene questi episodi ci feriscono nel profondo». Non riesce a trattenere le lacrime Pippo Callipo. Sono trascorsi due giorni dall’intimidazione, l’ennesima, subita nella notte tra sabato e domenica, quando da un’auto in corsa sono stati esplosi alcuni colpi di pistola dinnanzi al magazzino dell’azienda Callipo, situato nella zona industriale di San Pietro Lametino, nel Catanzarese. Spari in aria per affermare la presenza della criminalità e lanciare un messaggio: qui comandiamo noi. 

«Nessuno mi ha chiesto soldi o altro, aspettano che sia io a contattarli – riflette Callipo – ma io conosco un’unica strada: quella che porta alla stazione dei carabinieri o al commissariato di Polizia per denunciare. Così ho fatto tutte le altre volte che ho subìto un danneggiamento».

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