Udienza drammaticamente lunga quella andata “in onda” in Corte d’Assise a Cosenza, dove si celebra il processo sulla morte di Donato Bergamini, deceduto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico. Per la procura di Castrovillari, l’ex centrocampista del Cosenza calcio sarebbe stato ucciso da Isabella Internò in concorso con persone allo stato ignote.

La seduta processuale, iniziata alle 9.30 dell’8 maggio 2023 e terminata quasi il giorno successivo, ovvero alle 23.55, è stata caratterizzata dalle decisioni assunte dal presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Paola Lucente, di non ritenere fondate le richieste di legittimo impedimento avanzate dai testimoni, tutti affini a Isabella Internò. A partire dalla mamma dell’imputata, costretta a venire in tribunale con l’ambulanza e con i carabinieri – un messaggio come a dire che il diritto ad avere giustizia prevale sul diritto ad essere malati in un contesto processuale dove il reato contestato non si prescrive e l’imputata non è attinta da alcuna misura cautelare – fino alla moglie del cugino di Isabella, per la quale il presidente ha disposto l’accompagnamento coatto. Presente sin dalla mattina invece Roberto Internò e altri due testimoni.

L’udienza, tuttavia, è stata molto animata e tesa, con le parti – accusa, difesa e parte civile – che hanno dibattuto oltre modo dinanzi al collegio giudicante, soprattutto durante la testimonianza di Michelina Mazzuca, momento in cui si è raggiunto l’apice della confusione.

La mamma di Isabella Internò

«Era arrivata una telefonata a casa, era mia figlia che piangeva disperata, poi ha preso il telefono un carabiniere e ci riferì che c’era stato un incidente. Così andammo a Roseto Capo Spulico in auto. All’arrivo, stavo scendendo dalla macchina ma un carabiniere mi ha fermata, io ho preso mia figlia e ci siamo messe in macchina. Mia figlia era disperata. Lei mi ha detto: “mamma Denis si è buttato sotto il camion”» ha spiegato Concetta Tenuta. “Non mi ha mai detto perché Denis era andata a prenderla». Sia la procura, rappresentata dal pubblico ministero Luca Primicerio, che la parte civile, composta dagli avvocati Anselmo, Pisa e Galeone, hanno contestato alcune dichiarazioni rese dalla testimone durante gli interrogatori in procura a Castrovillari. «Ho appreso dell’aborto dopo la morte di mia madre, perché me lo disse mia sorella. Ho provato a chiedere spiegazioni a mia figlia ma lei non ha mai voluto parlarne».

Il giorno del decesso, la partenza da Rende verso Roseto

«Quel giorno – ha raccontato Concetta Tenuta – prima chiamò o citofonò, non ricordo bene, Denis che cercava Isabella e ci parve strano dopo mesi che si erano lasciati. Non ricordo se mio marito o io abbiamo avvisato Isabella che era a casa di un’amica, poi io uscii».

La seconda testimonianza

Dopo Concetta Tenuta, è toccato a Michelina Mazzuca. Una testimonianza lunga ed emotivamente forte, visto che la donna ha ricordato anche la scomparsa del figlio avvenuta nel 2016, che l’ha toccata molto, com’è ovvio che sia. L’inizio dell’escussione è stato incalzante da parte della procura, con il presidente della Corte d’Assise di Cosenza più volte impegnata a ricordare alla testimone di rendere dichiarazioni vere, in quanto era sotto giuramento. «I rapporti con Isabella Internò erano normali, ma io con i miei occhi non ho mai visto lei in compagnia di Bergamini, sapevo per sentito dire che stavano insieme, ma questa cosa l’ho appresa il giorno della tragedia». E ancora: «Ricordo che quella sera eravamo da mio suocero, Alfredo insieme ad altri familiari. Mio marito, mio zio e altri maschi della famiglia giocavano a carte, noi donne eravamo in cucina che preparavamo i panzerotti, ovvero i “cuddruriaddri” cosentini. Nel mentre arrivò una telefonata, dove una donna – non so se Catia o Isabella – disse che era successa una cosa brutta. A Roseto andarono mio marito, zio Franco, Luigi d’Ambrosio» e poi ha aggiunto «zia Cettina», la mamma di Isabella.

«Sulla dinamica non so nulla, quello che ho saputo mi è stato riferito da mio marito, il quale mi disse che erano andati in caserma dove c’era Isabella e poi la portarono a Cosenza». Durante il viaggio di ritorno, l’auto di Roberto Internò si ruppe e a fatica giunsero nella città dei bruzi. «Mio marito disse che Isabella raccontò che Denis Bergamini si era buttato sotto il camion». Alla signora Mazzuca poi sono state poste domande sulla vita del marito, come la conoscenza con Francesco Patitucci, boss di Cosenza, che risale al periodo dell’adolescenza.

La testimonianza della Mazzuca si è surriscaldata quando la parte civile ha fatto ascoltare in aula una intercettazione ambientale, nel corso della quale Roberto Internò discuteva ad alta voce con la moglie, accusandola di “parlare troppo” e di essere la causa del “suo malessere”. La contestazione nasce dal fatto che la donna evidenziato le continue domande degli investigatori, come se volessero farla “cadere” con un trabocchetto. Parola che ha spiegato quando gli animi si sono placati. «Volevo dire che nonostante avessi già raccontato tutto, questi mi continuavano a fare sempre le stesse domande», chiarendo anche che alcune delle frasi riportate nei verbali del 2017 e 2019, non le avrebbe mai pronunciate. E qui ha indicato uno degli investigatori. «I litigi con mio marito hanno sempre riguardato cose nostre, mai per il fatto di Bergamini, cosa c’entrava lui con noi? Niente…». L’esame e controesame si sono conclusi dopo oltre cinque ore.

Il cugino di Isabella Internò

Poi è stata la volta di Roberto Internò. «Non so chi ha chiamato a casa di mia madre, l’auto per andare a Roseto l’ho guidata io. Quando sono partito non sapevo che era morto Bergamini, se avessi saputo ciò non ci sarei andato, perché queste cose mi fanno paura, non le voglio vedere. Ricordo anche che c’erano i carabinieri e la polizia, intenti a far passare le auto che erano dietro il camion. I miei parenti mi dissero che avevano visto l’intestino di fuori, Isabella appena entrata in auto disse che Bergamini si era buttato sotto il camion e aggiunse che lui gli avrebbe detto che voleva regalargli la Maserati. Io comunque ero nervoso perché avevo rotto la macchina che ancora non avevo finito di pagare».

Sul rapporto tra Isabella e Denis, ha detto che «non sapevo se stavano insieme, io mi limitavo a frequentare zio Franco non lei». Poi al funerale di Denis, il papà di Isabella avrebbe chiesto ai cugini di proteggerla perché i tifosi “mormoravano” contro di lei. «I miei parenti mi riferirono anche che Padovano imprecò contro la bara di Bergamini. Non sono andato al funerale perché non mi piacevano queste cose, non sono andato neanche allo sposalizio di lei tempo dopo».

Nel controesame l’avvocato Angelo Pugliese ha chiesto quale fosse lo stato d’animo di Isabella Internò. «Era abbattuta quando entrò in auto, piangeva, era addolorata». Infine, le parti hanno sentito Luigi D’Ambrosio, marito di una cugina di Isabella Internò, deceduta di recente. «Andai a Roseto con loro quasi all’imbrunire, non era notte quando partimmo, ho il ricordo che prima di partire stavamo giocando a carte. Tutto quello che so l’ho appreso da Isabella Internò. Probabilmente disse che si era buttato sotto il camion durante il viaggio di ritorno». Ora il processo si sposterà a Bologna.