«Vorrei tanto sapere perché ha sentito la necessità di inviare quel video, perché non mi ha mai chiesto scusa». Ha gli occhi che ridono ma il volto intimamente contratto da un pensiero che non le dà tregua: come sia possibile infliggere tanto male senza sentire rimorso, senza sentire l’esigenza di chiedere scusa.

Ci pensa ancora come un enigma insoluto, adesso che la tempesta è passata e il sole asciuga quel che resta di una ferita divenuta tana, abisso in cui sprofondare una intera esistenza. Per mesi Valeria (nome di fantasia a tutela della privacy) ha provato a tagliare fuori quel pezzo di mondo che aveva fatto irruzione nella sua vita a colpi di clic profanandone i pensieri più intimi.

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