Il problema è antico e le lamentele periodiche. Arrivano dai cittadini, da certa politica locale, poi passato il santo, passata la festa (è il caso di dirlo). Dopo aver rilevato l’aumento vertiginoso dei prezzi dei voli per Pasqua (stessa solfa per Natale), adesso è il turno delle tariffe dei treni. Chi vive al Sud è penalizzato da una posizione geografica lontana dai grandi centri. Chi lavora al Nord, pensiamo agli insegnanti costretti a emigrare perché qui a quanto pare di loro non c’è bisogno, agli studenti fuorisede, ai postini e via discorrendo, per tornare a casa per le feste dovranno sborsare quasi 30 euro in più. Basta guardare le tariffe ferroviarie prima e dopo Pasqua per accorgersi della differenza.

«Il diritto alla mobilità dei calabresi, dopo Natale, viene compromesso anche nel periodo pasquale rendendo i cittadini che lavorano e vivono fuori Regione vittime di speculazioni inaccettabili» ha detti in una nota la deputata del Movimento 5 Stelle, Elisa Scutellà. «Federconsumatori Calabria ha monitorato i costi delle offerte di viaggio di treni, aerei e bus in partenza dalle principali città verso la Calabria ed ha constatato che i cittadini dovranno fare i conti con offerte sempre più care costretti così spesso a rinunciare a raggiungere la propria famiglia. Tra Carovita e inflazione che hanno già logorato i bilanci familiari ed i risparmi, non è accettabile costringere cittadini che vogliono tornare a casa per le vacanze pasquali a dover rinunciare. Tutto ciò avviene nel silenzio assordante del presidente Occhiuto e del Governo nazionale che, invece di esigere condizioni eque e trasparenti delle offerte di viaggio, fanno melina di fronte ad un fenomeno che si ripresenta puntualmente nei periodi di festività e che attanaglia migliaia di calabresi ostaggio di queste ingiuste speculazioni» conclude Scutellà.