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La Dda di Catanzaro ha chiesto il giudizio immediato per tutte le persone coinvolte nell’inchiesta sulla latitanza di Leonardo “Nino” Abbruzzese, ritenuto “reggente” della cosca degli “zingari” di Cassano Ionio dopo l’arresto di Luigi Abbruzzese, alias “Quarto Cavaliere“ e dello zio di quest’ultimo, Nicola Abbruzzese, alias “Semiasse”.
La richiesta è stata formulata dal procuratore vicario Vincenzo Capomolla, in attesa che il nuovo capo dell’ufficio Salvatore Curcio prenda possesso dell’ufficio e che lo stesso Capomolla vada a Cosenza al posto di Mario Spagnuolo, e dal sostituto procuratore antimafia Alessandro Riello, già titolare di diverse inchieste antimafia nella Sibaritide, come “Athena” e il duplice omicidio Scorza-Hedhli.
Il Riesame nelle scorse settimane aveva rigettato tutti i ricorsi delle difese, condividendo le motivazioni del gip che aveva confermato la custodia in carcere per:
- ABBRUZZESE ANTONIO, detto “Tonino”
- ABBRUZZESE COSIMO, alias “Cocò” o “Micciu”
- ABBRUZZESE FRANCESCO 1993
- ABBRUZZESE LEONARDO, detto “Nino”
- ABBRUZZESE NICOLA, 1959
- ALFANO FRANCESCO PIO
- COFONE GIUSEPPE
- COSTANZO MARIANNA
- FORCINITI ANGELICA
- LOVREGLIO FRANCESCO
- LOVREGLIO NICOLA
- MOLINO ENZO FRANCO
- PRESTA GENNARO, classe 1994
- SCIACOVELLI ELISABETTA
- TRAVERSA EUGENIO
I reati contestati
La Dda di Catanzaro, a seguito delle indagini svolte dai carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, contesta i reati di favoreggiamento personale aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose.
Le investigazioni dei militari dell’Arma dei carabinieri erano finalizzate ad individuare e trarre in arresto Leonardo Abbruzzese, che si era sottratto all’esecuzione della misura cautelare in carcere emessa nei suoi confronti nell’ambito del procedimento penale “Athena“.
Da Spezzano Albanese a Bari
Le attività, sviluppatesi attraverso un’importante attività di indagine, hanno consentito il rintraccio del latitante, avvenuto a Bari il 6 novembre 2023, e la individuazione della presunta rete di fiancheggiatori che gli avrebbe garantito sostegno ed assistenza logistica.
Le risultanze acquisite, in particolare, avrebbero permesso di ricostruire, in termini di gravità indiziaria, i passaggi della latitanza di Leonardo “Nino” Abbruzzese, nel senso che il 17 ottobre 2023 lo stesso, già latitante, sarebbe stato trasferito dal comune di Spezzano Albanese alla città di Bari a bordo di un’ambulanza riconducibile ad un’associazione del cosentino e condotta da un volontario di soccorso, in modo da eludere più agevolmente eventuali controlli di polizia durante il tragitto.
Leonardo “Nino” Abbruzzese, nel capoluogo pugliese avrebbe quindi potuto contare sull’ospitalità garantitagli dai Lovreglio all’interno di una villa, dove è stato rintracciato in occasione del suo arresto eseguito il 6 novembre 2023 dai Carabinieri dei Comandi Provinciali di Bari e Cosenza. Le indagini inoltre avrebbero consentito di ricostruire l’esistenza di un’associazione finalizzata allo spaccio di cocaina ed eroina, operante nei comuni di Spezzano Albanese e Terranova da Sibari.
Infine, i carabinieri ritengono di aver ricostruito un’estorsione ed una tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso, poste in essere, rispettivamente, ai danni di un assuntore di stupefacenti, affinché saldasse un debito pari a 25.000 euro circa contratto per pregressi acquisti di droga, e nei confronti di un imprenditore agricolo per recuperare da quest’ultimo non meglio specificati crediti.
Venerdì scorso infine Leonardo “Nino” Abbruzzese è stato nuovamente arrestato dalla Dda di Catanzaro per una presunta estorsione da 150mila euro commessa ai danni di una ditta subappaltatrice dei lavori del Terzo Megalotto della Statale 106 Jonica.
Nel collegio difensivo dell’indagine sulla latitanza di Leonardo “Nino” Abbruzzese, figurano i penalisti Rossana Cribari, Pasquale Marzocchi, Natale Ermenegildo Morrone, Gianfranco Giunta, Matteo Cristiani, Marcello Manna, Enzo Belvedere, Nicoletta Grandinetti, Roberto Tartaro, Ettore Zagarese, Pasquale Di Iacovo, Andrea Sarro e Cesare Badolato.