di Franco Arnone*

Questo Governo e questa maggioranza parlamentare ci stanno portando caparbiamente verso un regionalismo esasperato che significherà disgregazione del Paese in 20 staterelli “arlecchino”, ovvero chiusura di ogni Regione nel proprio territorio con il preciso intendimento di creare un meccanismo secondo il quale la lotta per i soldi sarà la norma. Ebbene sì, tutto il lungo cammino compiuto dalla Lega Nord (un partito che oggi rappresenta circa l’8% dei cittadini votanti, il che significa circa il 4% degli italiani!), sin dalla proclamata Repubblica federale “Padania” di bossiana memoria, di circa 30 anni fa, ha un fine ben preciso: i soldi.

Questa faziosa riforma voluta dalle regioni più ricche del Nord Italia ha lo scopo di trattenere il residuo fiscale, ovvero tutto, o quasi tutto l’introito della contribuzione fiscale dei cittadini residenti nel proprio territorio, a cui dovrà corrispondere, appunto, l’esclusiva competenza sulle materie oggi concorrenti con lo Stato (sono 23 le materie in discussione). Quindi un’espoliazione ed una frammentazione dello Stato unitario che ci fa ritornare indietro di 163 anni! L’opinione pubblica meridionale e calabrese in particolare, dovrà finalmente prendere coscienza dello stato delle cose in cui siamo arrivati per volere delle consorterie del Nord Italia.

Con il DDL in discussione alla Camera dei Deputati, la maggioranza di Governo sta portando a compimento il suo disegno secessionista, che non è altro che un attentato allo Stato unitario. Tra l’altro, come ha affermato il Prof. Gianfranco Viesti, “è un progetto scellerato perché frammenta ed indebolisce le grandi politiche pubbliche nazionali e la loro capacità di costruire un Paese migliore; perché lega i diritti dei cittadini ai luoghi dove essi vivono, perché esclude il Parlamento dalle scelte più importanti, oggi ed in futuro (una concreta anticipazione del premierato)”.

E’ in discussione, come si diceva l’unitarietà dello Stato Italiano rappresentato dalla più alta carica dello Stato dal Presidente della Repubblica, la cui funzione di garante degli equilibri istituzionali, è oggi insidiata e attaccata da questa maggioranza di governo; per i loro interessi di bottega, la Lega con l’Autonomia differenziata, (in totale contraddizione con quanto pubblicamente affermato dalla premier qualche anno fa, circa la proposta di abolizione delle Regioni!) Fratelli d’Italia con la riforma costituzionale denominata “premierato”.

E’ indispensabile, pertanto, una mobilitazione popolare in massa dei cittadini meridionali e calabresi, in particolare, per far sentire con veemenza la propria avversione a queste scelte drammatiche per le sorti del Paese, con l’intento di fermare questo moto retrogrado ed involutivo dei nostri assetti Istituzionali, che ci riporterebbe allo stato pre- unitario ed a rifare un nuovo Risorgimento! Città & Futuro aderisce alle iniziative della CGIL di Cosenza sull’Autonomia Differenziata, per una mobilitazione collettiva, che già il 10 giugno dello scorso anno ha portato migliaia di cittadini in piazza.

*Città Futura