Recovery, annullata con rinvio l’ordinanza cautelare di Armando De Vuono
L'indagato, per il quale la Cassazione ha disposto un nuovo giudizio davanti al Riesame, è accusato di essere uno dei presunti partecipi dell'associazione a delinquere dedita al narcotraffico
La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Armando De Vuono, considerato presunto partecipe dell’associazione a delinquere dedita al narcotraffico, guidata dal boss di Cosenza Francesco Patitucci. Si tratta di un’altra decisione che segna un importante punto di svolta “cautelare” nell’ambito dell’operazione Recovery, un’inchiesta che ha svelato un vasto network di traffico di stupefacenti legato a esponenti di spicco della criminalità organizzata cosentina.
I ruoli nell’associazione criminale
Secondo l’accusa, l’organizzazione si basava su una struttura complessa e ben organizzata, con compiti esecutivi affidati a numerosi presunti affiliati. Tra i principali nomi coinvolti figurano «Attilio D’Elia alias “Christian”, Gaetano Bartone, Bruno Bartolomeo, Immacolata Erra (compagna di Bruno Bartolomeo), Alfredo Sirufo (ordinanza confermata), Candido Perri, Antonio Francesco Caputo, Giuseppe Caputo e Vincenzo Caputo (questi ultimi tre zii di Immacolata Erra), Armando De Vuono, Pasquale Tramaglino, Vanessa De Vuono e Daniela Monaco (rispettivamente figlia e moglie di Armando De Vuono), Tatjana Natale, Antonio Basile, Massimiliano D’Elia, Giuliano Caruso, Pasquale Germano, Bruno Francesco Cal Velli, Andrea D’Elia, Simone Carrieri (ordinanza annullata)», i quali, «in qualità di partecipi dell’associazione, forniscono un contributo indispensabile all’attuazione del programma criminoso di narcotraffico, occupandosi di diversi compiti esecutivi, dalla custodia, al trasporto, alla commercializzazione dello stupefacente, al recupero dei crediti, in esecuzione delle direttive di Roberto Porcaro e Francesco Greco (nonché, da ultimo, per Giuliano Caruso, di Gianfranco Sganga)».
Ebbene, la Cassazione ha deciso di accogliere le censure difensive dell’avvocato Matteo Cristiani, il quale ha chiesto e ottenuto un nuovo giudizio cautelare per Armando De Vuono. L’indagato oltre al reato associativo risponde anche di 13 reati-fine.
I nomi degli indagati
- Cosimo Abbruzzese alias “Cocchino” – difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo
- Emanuele Apuzzo – difeso dagli avvocati Giuseppe Malvasi e Filippo Cannata
- Salvatore Ariello – difeso dagli avvocati Fiorella Bozzarello e Luca Cianferoni
- Luigi Avolio – difeso dagli avvocati Raffaele Brescia e Cesare Badolato
- Bruno Bartolomeo – difeso dall’avvocato Mario Scarpelli
- Giuseppe Bartolomeo – difeso dall’avvocato Ruggero Pio Micieli De Biase
- Gaetano Bartone – difeso dall’avvocato Francesco Chiaia
- Federica Bartucci – difesa dagli avvocati Giuseppe e Marcello Manna
- Antonio Basile – difeso dall’avvocato Tanja Argirò
- Toni Berisa – difeso dall’avvocato Evis Sema
- Enzo Bertocco – difeso dall’avvocato Maurizio Nucci
- Antonio Bevilacqua alias “Il Topo” – difeso dagli avvocati Luigi Luppino e Domenico Caputo (clicca su avanti per leggere i nomi di tutti gli indagati)
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