Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
Malarintha, l'inchiesta sul comune di Rende si sgonfia: raffica di archiviazioni | NOMI
SI celebrerà il prossimo 9 dicembre, davanti al gup Claudia Pingitore, l’udienza preliminare del processo “Malarintha” incentrato su un presunto giro di appalti e affidamenti diretti sospetti, operati dal Comune di Rende prima dello scioglimento per infiltrazioni e finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Cosenza. Gli inquirenti hanno messo sotto indagine circa 80 persone fra amministratori, liberi professionisti e ditte. Fra questi c’è il sindaco dell’epoca Marcello Manna; quello che poi è diventato il suo vice, Annamaria Artese; l’assessore Pino Munno; l’assessore Franchino De Rango; il responsabile della Rendeservizi Umberto Vivona; i dirigenti Roberta Vercillo e Antonio Infantino e altri.
Diversi i lavori finiti nel mirino della Procura e ben 68 i capi di imputazione contestati ai vari imputati. C’è da registrare però che lo stesso pm, Giuseppe Visconti, ha avanzato richiesta di archiviazione, per alcuni totale, per la maggior parte, per altri parziale, di molti capi di imputazione. Richiesta ovviamente già accolta dal gip. Ad esempio all’ex sindaco Marcello Manna erano contestati ben 24 capi di imputazione, ne sono stati già archiviati ben 23 per cui dovrà rispondere solo di quello legato al bando relativo al centro diurno “Madre Teresa di Calcutta”.
La raffica di archiviazioni ridimensiona quelle che erano le ipotesi accusatorie. Ma la vicenda non è di poco conto non solo dal punto di vista processuale, ma anche sul piano politico perché arriva dopo il flop del referendum sulla città unica e con Rende che a giugno andrà alle elezioni amministrative. L’inchiesta, come detto, indagava proprio sulla presunta cattiva gestione amministrativa da parte della maggioranza dell’epoca del Comune di Rende e molti degli atti contenuti nell’inchiesta sono stati considerati anche nella relazione d’accesso che motiva lo scioglimento. Ovviamente restano i capi di imputazione relativi al processo Reset in cui viene contestato all’ex sindaco Manna lo scambio politico elettorale e l’affidamento, che poi non si è verificato, del Palazzetto dello Sport di Rende a uomini vicini alle cosche.
Al di là, però, delle posizioni personali, nel leggere la raffica di archiviazioni e considerando le assoluzioni già intervenute di “Malarintha” viene da chiedersi non tanto perché Rende sia stata sciolta, ma in base a quali elementi è stato prorogato di altri sei mesi l’incarico alla terna commissariale che dalla data di scioglimento guida il Comune di Rende.
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