Dalle accuse della procura generale della Cassazione alla strenua difesa del magistrato Eugenio Facciolla. La lunga udienza davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, ha messo sul tavolo centinaia di questioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita professionale e privata dell’ex procuratore di Castrovillari, oggi giudice civile a Potenza. Facciolla, come anticipato in un altro articolo, rischia la perdita d’anzianità di sei mesi e il trasferimento ad altra sede. Sempre che il collegio giudicante, presieduto dal vicepresidente del Csm David Ermini, non propenda per una tesi innocentista. Come si augurano l’avvocato Ivano Iai e lo stesso Facciolla.

Processo Facciolla, la difesa tecnica dell’avvocato Ivano Iai

«Il procuratore generale – ha detto l’avvocato Ivano Iai – non ha tenuto conto di quanto avvenuto nelle precedenti udienze, ma convengo con la procura generale, invitando la sezione disciplinare a sentire effettivamente le intercettazioni relative ai capi d’incolpazione Inforzato, Orofino e capo C», quello in cui compaiono i nomi di Nicola Gratteri e Vincenzo Luberto.

«I file audio pervenuti a questo Consiglio non sono stati custoditi come prevedono gli articoli di legge inseriti nel codice di procedura penale. Sollecito la sezione disciplinare a verificare perché alcuni file audio non sono custoditi nel distretto di competenza, quello di Salerno, ed invece sono conservati a Catanzaro, cosa che non prevede l’art. 11» ha aggiunto l’avvocato del foro di Sassari.

Il caso Inforzato

«La sveglia di un pubblico ministero romano – ha fatto notare l’avvocato Iai – suona in un certo momento storico, quando quelle intercettazioni erano state ritenute non rilevanti nell’indagine di Inforzato. Non si sa come siano arrivate alla procura generale, ma oggi siamo qui a difenderci anche da questa incolpazione. A nostro parere c’è un evidente divieto di ne bis in idem».

«Facciolla oggi è giudice civile nel tribunale di Potenza, dopo anni che svolgeva l’incarico di pm e poi procuratore, che ha svolto con sacrificio maggiore, avendo avuto dei procedimenti che egli ritiene ingiusti. E per dimostrare ciò parto dalla testimonianza di uno dei magistrati che il dottor Facciolla ha avuto nel suo ufficio, ovvero la dottoressa Angela Continisio, la quale in udienza ha dichiarato, su mia domanda, che “con il procuratore Facciolla ha avuto sempre un rapporto corretto, è stato sempre rispettoso delle mie convinzioni. Allora chiedo alla procura generale: ma parliamo delle stesse persone?”» riferendosi alle gravi accuse di scorrettezza enunciate dal pg Di Leo nel corso della sua requisitoria.

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«Se in questa sede pare sia avvenuto il primo incontro tra Facciolla e Inforzato, allora dobbiamo dare credito alle notizie raccolte dallo Sco di Roma, che lo considerava un appartenente alle strutture amministrative dello Stato. Percezione che aveva anche un ristoratore romano che lo identificava come un colonnello dei carabinieri.
Questa rete di contatti può avere indotto Facciolla a ritenerlo come un uomo dei servizi di segreti: possiamo imputarlo per questo? Gli illeciti indicati nel capo A, che sono stati ripercorsi dal procuratore generale, in realtà se li andiamo a vedere con attenzione, sono illeciti che in realtà non ci dicono nulla».

«Il dottor Borrelli, oggi capo della procura di Salerno, ma all’epoca dei fatti procuratore aggiunto di Catanzaro, il quale aveva conferito l’indagine “Tela del Ragno” al dottor Facciolla, non ha fatto alcun riferimento a rivelazioni d’ufficio che sarebbero state commesse dal magistrato cosentino nel corso delle sue attività investigative poste in essere in quel procedimento penale. Agli atti, inoltre, manca una fonia fondamentale nella vicenda Inforzato, che dimostra davvero un pour parler tra Facciolla e il suo interlocutore» ha detto Iai.

«Il procuratore spiegava a Inforzato che non si sarebbe occupato lui dell’organizzazione dell’interrogatorio del collaboratore di giustizia», trattasi di Franco Bruzzese. «Non è stato violato alcun dovere da parte del dottor Facciolla, tutto è andato bene, in quanto nella sede c’erano le persone autorizzate ad escutere quel pentito. A Inforzato non ha rivelato nulla. La sola leggerezza del dottor Facciolla è quella di ritenere Inforzato un uomo dei servizi segreti. Questo e non altro».

I rapporti con Paolo Orofino

«Facciolla non ha mai dato atti al giornalista Orofino, nella telefonata con quest’ultimo il procuratore si duole dell’articolo di Anastasi. Non ha creato alcun contatto privilegiato con Orofino, questa è la verità». Successivamente, Facciolla ha annotato tutte le conversazioni avute con altri magistrati: da Lacnews24 al Corriere della Sera, dalla Rai all’Adnkronos, dimostrando, dal suo punto di vista, di non avere mai avuto un canale privilegiato con Orofino.

Indagini contro Gratteri e Luberto

«La procura generale – ha sottolineato l’avvocato Ivano Ia – non ha reso comprensibile ciò che veniva chiesto ai magistrati della procura di Castrovillari. Tante delle conversazioni che si sviluppano tra i soggetti ascoltati sono discorsi di carattere squisitamente privato. Sfido chiunque a sentire quegli audio in cui Facciolla avrebbe voluto e chiesto indagini contro Luberto e Gratteri. Non scherziamo, quelle conversazioni dicono ben altro.

Facciolla e Gratteri collaboravano, c’era un rapporto di stima, forse non era lo stesso con altri. E penso che la procura generale si sia fatta trascinare in queste situazioni. Facciolla ha ritenuto giusto di portare avanti indagini contro la famiglia Greco di Cariati, che ha festeggiato quando il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, è stato trasferito a Torino. Può Facciolla pensare, benché questa famiglia non sia in grado di influenzare la sezione disciplinare, che vi sia potuto essere un loro modo scomposto di muoversi, almeno nella sua percezione? Facciolla, comunque, non ha fatto alcuna guerra contro i suoi colleghi magistrati».

Le dichiarazioni spontanee del magistrato Eugenio Facciolla

«Ritengo calunniose le incolpazioni che mi vengono mosse. Ho detto questo anche ai magistrati di Salerno, che mi hanno sentito al buio, in quanto non ricordavo quelle interlocuzioni con Inforzato, di cui non ricordavo neanche il cognome e ribadisco anche in questa sede che non mai avuto rapporti con questo signore, ad eccezione delle telefonate che avete agli atti» ha dichiarato Eugenio Facciolla.

«Insisto su questa cosa, perchè dal primo momento ho evidenziato che alcuni magistrati utilizzavano intercettazioni che non si sapeva da dove arrivavano. Respingo in maniera decisa, e con tono arrabbiato, le accuse che vengono formalizzate in questa sede. Non ho mai usato il termine complotto, non lo trovate neanche nelle trascrizioni false, e lo ripeto false, che vengono recepite dai magistrati di Salerno, e oggetto ora delle incolpazioni della procura generale. Ci sono conversazioni in cui l’operatore dice di ascoltare e riporta, annotando correttamente quanto sta sentendo, perché poi il senso viene stravolto? A 29 anni mi chiudevo in sala intercettazione per ascoltare realmente se quello che mi dicevano corrispondeva alla realtà, cosa che ho fatto anche con i miei giovani colleghi» ha detto Facciolla.

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«Appena sono stato informato dei propositi dei fratelli Greco, ho fatto una nota inviata immediatamente al procuratore generale di Catanzaro e alla procura di Salerno. Questo è l’esatto iter delle vicende in oggetto. Non ho mai fatto polemiche in vita mia né mosso accuse vane contro chicchessia. Ma sono tre anni che registro falsità e una confusione creata ad arte, con una manipolazione di atti e carte, che non hanno alcuna giustificazione legale. A Orofino ho detto “carte non te ne do”. E perché non viene riportata questa parte? E oggi mi viene contestato il fatto di non aver avuto alcuna reazione. Ascoltate quelle conversazioni».

«Ho sempre utilizzato una sola utenza, aperta dal novembre del 2015, da quando ho preso in carico l’ufficio direttivo della procura di Castrovillari. In questi anni ho fatto la guerra alla criminalità organizzata, che ero chiamato a contrastare. L’ho fatto ovunque, da Palmi fino a Catanzaro, e lo dico ad alta voce. Avete le famose conversazioni provenienti da Catanzaro. Qualcuno intercettato dice: “Sono preoccupati delle indagini di Gratteri, quell’altro Facciolla ha iniziato con questo protagonismo. Come sono i rapporti tra Facciolla e Gratteri? Sono buoni. Con altri no”».

Infine, la telefonata con Primicerio. «Da dove si evince che io sapevo che Luberto era venuto a Roma e poi a Salerno? Non ho mai richiesto indagini ai fini personali su magistrati della procura di Catanzaro. E vi garantisco che Primicerio non è un ragazzo alle prime armi, ma è un magistrato di livello». Il 22 novembre 2022 Facciolla conoscerà il suo destino disciplinare.