‘Ndrangheta a Cosenza, tutti a giudizio gli imputati di “Reset” – NOMI
L'udienza preliminare dell'inchiesta antimafia si chiude dopo trentotto giorni, prima udienza del maxiprocesso in programma il 31 ottobre
Tutti rinviati a giudizio, con prima udienza del processo in programma il 31 ottobre nell’aula bunker di Lamezia Terme. Si è conclusa così l’udienza preliminare dell’inchiesta antimafia “Reset” giunta al suo primo e significativo giro di boa. Alla sbarra ci sono 245 persone, in gran parte sospettate di essere affiliate alle sette cosche criminali che dalla città di Cosenza avrebbero contaminato Montalto, Rende e la Valle dell’Esaro. Un centinaio di loro ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, il processo che li riguarda avrà inizio il 18 settembre. Trentotto giorni sono stati necessari per consentire prima ai pm della Dda di Catanzaro di esporre le tesi d’accusa e poi al collegio difensivo di perorare le cause dei loro assistiti. Oggi, dopo le ultime arringhe degli avvocati, la parola è passata al gup. La decisione è arrivata al termine di un lungo travaglio. La lettura del dispositivo, infatti, era in programma per le 17, ma è arrivata circa tre ore più tardi.
Tutto come da copione o quasi, dunque, con l’appuntamento decisivo che a questo punto si sdoppia. Per il primo bisognerà attendere un mese esatto e quella sarà certamente la parte più significativa del processo. La scelta dell’abbreviato, infatti, è stata intrapresa dai principali imputati, in primis da Francesco Patitucci e come lui Salvatore Ariello, Mario “Renato” Piromallo, Michele e Umberto Di Puppo, Luigi e Marco Abbruzzese. Del gruppo fanno parte anche diversi pentiti come Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna e soprattutto Roberto Porcaro, uno dei boss più importanti – era il vice di Patitucci – che nei mesi scorsi ha preso a collaborare con la giustizia.
L’ipotesi che la Dda intende dimostrare in aula è che a partire dal 2014, dopo l’uccisione di Luca Bruni, i clan di ‘ndrangheta di Cosenza e dintorni si siano federati fra loro sotto la guida di Patitucci, facendo confluire i proventi delle attività illecite in una cassa comune, la cosiddetta bacinella. Accanto all’accusa di associazione mafiosa e a quella di associazione finalizzata al narcotraffico, figurano una sfilza di reati fine quali estorsioni, usure e traffici di droga che danno la dimensione del volume d’affari che il gruppo era stato in grado di mettere in piedi occupando in modo capillare il territorio.
Il commento
A margine della lettura del decreto che dispone il giudizio per gli imputati di “Reset”, il provvedimento è stato commentato da uno dei componenti del collegio difensivo, l’avvocato Enzo Belvedere: «La Riforma Cartabia parte sotto i peggiori auspici! Un gup ha assegnato un solo giorno alla Procura per discutere (ed era già un segnale negativo, perché ha fatto intendere che non vi fosse bisogno di un approfondimento posizione per posizione di tutti gli imputati, ed infatti la Procura ha discusso “a volo d’uccello” sui singoli c.d. “Filoni di indagine”, tralasciando le persone, veri protagonisti di un “giusto” processo). Ha assegnato molto giorni alle difese e, a dispetto di ciò che aveva annunciato, che il provveduto lo avrebbe reso il 20 luglio, re melius perpensa, lo ha anticipato ad oggi, non appena finite le ultime discussioni delle difese! Peggio delle peggiori previsioni possibili. Un provvedimento del genere, foriero di molte assoluzioni dibattimentali, insegnera’, ancora una volta, come le Leggi, diceva il Filosofo, sono per l’interpretazione che ne fa l’uomo buono. In questo caso, pessima interpretazione».
Di seguito l’elenco delle persone rinviate a giudizio (clicca avanti per continuare)