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      'Ndrangheta a Cosenza, le "regole" del boss Francesco Patitucci

      Dichiarazioni fiume rilasciate dal boss durante il processo "Reset" per scagionare gli altri imputati, chiarimento a distanza con Roberto Porcaro
      Marco Cribari
      9 luglio 202511:54
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      'Ndrangheta a Cosenza, le "regole" del boss Francesco Patitucci

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      Parte subito con un’ammissione: «Diciamo che, dopo Ettore Lanzino, ero quello che si dava di più da fare nel malaffare». Di una confederazione criminale nata e cresciuta a Cosenza sotto la sua guida, però, Francesco Patitucci, proprio non vuole sentirne parlare. «Ma quali confederazioni? Quale gruppo tiene Mario Piromallo? E quale gruppo personale tiene Adolfo D’Ambrosio? Signor presidente, quando si fanno questi gruppi e sottogruppi, in altre zone del Reggino e del Catanzarese succedono morti. Non lo dice Patitucci, lo dicono i fatti».

      L’udienza di “Reset” del 7 ottobre ha fatto registrare anche le dichiarazioni spontanee del principale imputato del maxiprocesso: le ennesime, ma nell’ambito di questo e altri processi, certamente le più lunghe e articolate. Si è trattato va da sé di un’autodifesa che, però, il diretto interessato ha esteso anche ai suoi presunti correi. Oltre a minimizzare le accuse che gli muove la Dda, ha speso più di qualche parola “dolce” per vecchi e nuovi compagni d’arme. Nella prima categoria rientrano Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà. Dell’altra fanno parte Mario “Renato” Piromallo, Michele Di Puppo, Salvatore Ariello e un Roberto Porcaro destinatario anche di un rimprovero.

      «Quando sarà che Dio mi chiama…» dice Francesco Patitucci

      Anzitutto le ammissioni. Patitucci ha provato ad accentrare su di sé tutta la mafiosità del caso, escludendo così quella degli altri.  «Io sono responsabile del 416 bis» ha sentenziato. «E se c’è un organizzatore sono solo io, i detenuti non c’entrano niente. Credetemi – ha chiesto ai giudici – non condannate persone che non c’entrano nulla, questo ve lo chiedo veramente con il cuore in mano: chi è detenuto, da tanti anni o da poco, non c’entra nulla con l’associazione mafiosa». La colpa di Alessandro Catanzaro, per dirne una, sarebbe stata quella di «tagliargli i capelli». Quella di Silvia Guido di averlo scelto come “confessore” per rappresentargli i suoi problemi coniugali con Porcaro. Il torto di Giuseppe Iirillo «quello di essermi venuto a trovare a casa». Altri come il «povero» Luigi Avolio, «mi hanno fatto qualche favore, un favoreggiamento, ma non che siano sodali o associati. Io questa colpa non me la posso portare con me, quando sarà che Dio mi chiama con lui». Più in generale, lo stigma, estendibile un po’ a tutti, sarebbe stato quello di essergli «amico». Un discorso che è entrato nel vivo quando si è parlato di Bruni e Ruà.

      «Zero, zero e sottozero»

      Patitucci ha ricordato come entrambi si siano autoaccusati della morte di Francesco Lenti e Marcello Gigliotti, escludendo la sua partecipazione a quel duplice omicidio del 1986. «Apriti cielo. Poveri loro, era stato meglio se non lo avrebbero detto. Perché dire la verità a volte costa cara. Io non c’entro nel duplice omicidio. Ruà e Bruni si trovano in questo procedimento per favoreggiamento e per falsa testimonianza. Non è vero niente: non mi hanno favorito. Perché va favorito chi ha commesso un reato e io non l’ho commesso. Io ero con venti persone a casa mia, ci sono due sentenze che affermano il contrario, ma sono certo che la verità verrà a galla».  

      Riguardo a Bruni e Ruà, la Dda continua a considerarli alla stregua di capi promotori del sodalizio criminale, ma la loro inattualità, secondo Patitucci, è dimostrata dalla logica ‘ndranghetista. «Non me ne voglia Ruà, ma nel 1996, all’epoca criticato da tutti, anche da me, ha scelto la via della dissociazione. I rappresentanti dell’Accusa che sono in aula lo sanno molto meglio di me: un dissociato non può essere capo, sottocapo e né nulla. Zero, proprio zero sotto zero, non viene tenuto in considerazione. Non lo dice Patitucci questo, eh, lo dicono le regole ‘ndranghetistiche».

      «Così dicono le regole»

      Il richiamo alle regole oscure, a suo avviso, vale anche per Bruni. «Sono più anni che è stato condannato alla pena dell’ergastolo e anche se in passato ha ricoperto, non lo so con certezza, qualche titolo ‘ndranghetistico, nell’atto che è diventato ergastolano, la regola dice che per l’ergastolano le cariche ‘ndranghetistiche decadono tutte matematicamente. Padrino, Cavaliere di Cristo, Santisti, Sgarristi, tutte. L’ergastolano non viene messo a conoscenza di nulla, neanche a livello carcerario. Cerco di farmi capire: se in un carcere c’è un ergastolano definitivo e si vorrebbe affiliare un nuovo giovane nell’associazione, l’ergastolano non prende parte né viene messo a conoscenza. Non lo dico io, lo dicono le regole ‘ndranghetistiche».

      Francesco Patitucci: «Fino all’ultimo respiro»

      Il piatto forte, però, sono i suoi rapporti con Porcaro. «Mio amico, non lo posso negare» ha subito messo le mani avanti Patitucci.  «Persona a cui volevo bene e che mi ricambiava», ha aggiunto prima di cedere all’amarezza. La notizia del suo pentimento «mi aveva, diciamo, ucciso» ha ammesso il boss. «Non so perché l’abbia fatto, ma ho la certezza che il Porcaro si è inventato tante cose su di me perché ha pensato erroneamente che io avrei fatto qualche strategia con Ariello, Piromallo e Illuminato contro di lui. Se ha pensato questo è un fesso, tutta l’intelligenza che gli riconoscevo se l’è messa sotto i piedi. Perché io mai, mai, e dico mai, né contro Porcaro né con altri, non ho mai tradito un amico, mai armato un traggiro, mai fatta una sviolinata a una Forza dell’ordine. Non mi sono mai permesso. E fino all’ultimo respiro, questo non lo farò».

      Processo abbreviato “Reset”, le richieste della Dda

      • Antonio Abbruzzese (classe 1975), difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Cesare Badolato CHIESTI 7 anni e 6 mesi
      • Antonio Abruzzese alias Strusciatappine, difeso dall’avvocato Mariarosa Bugliari CHIESTI 14 anni
      • Antonio Abbruzzese (classe 1984) difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Filippo Cinnante) CHIESTI 20 anni
      • Celestino Abbruzzese, difeso dall’avvocato Simona Celebre CHIESTI 6 anni
      • Fioravante Abbruzzese, difeso dall’avvocato Cesare Badolato CHIESTI 14 anni
      • Francesco Abbruzzese, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 12 anni
      • Luigi Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
      • Marco Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
      • Nicola Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
      • Rocco Abbruzzese, difeso dall’avvocato Mariarosa Bugliari CHIESTI 12 anni
      • Saverio Abbruzzese, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Gianluca Alimena, difeso dall’avvocato Emiliano Iaquinta CHIESTI 2 anni
      • Claudio Alushi, difeso dall’avvocato Angelo Nicotera CHIESTI 18 anni
      • Salvatore Ariello, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 20 anni
      • Luigi Avolio, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Raffaele Brescia CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Ivan Barone, difeso dall’avvocato Rosa Pandalone CHIESTI 8 anni
      • Giuseppe Belmonte, difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo CHIESTI 8 anni e 2 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Gianluca Benvenuto, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri e Matteo Cristiani CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Massimo Bertoldi, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Filomena Rota CHIESTI 12 anni e 4 mesi
      • Piero Bertoldi, difeso dall’avvocato Domenico Villella CHIESTI 2 anni
      • Cosimo Bevilacqua (classe 1965), difeso dagli avvocati Giacomo Iaria e Gianpiero Calabrese CHIESTI 18 anni e 8 mesi
      • Fabio Bevilacqua, difeso dall’avvocato Raffaele Brunetti CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Fiore Bevilacqua alias “Mano Mozza”, difeso dagli avvocati Antonio Ingrosso e Gianpiero Calabrese CHIESTI 10 anni
      • Francesco Bevilacqua, difeso dagli avvocati Luigi Bonofiglio e Michele Franzese CHIESTI 10 anni e 8 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Leonardo Bevilacqua, difeso dall’avvocato Filippo Cinnante CHIESTI 12 anni
      • Luigi Bevilacqua, difeso dagli avvocati Mariarosa Bugliari e Leone Fonte CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Luigina Bevilacqua, difesa dagli avvocati Cesare Badolato CHIESTI 2 anni
      • Andrea Bruni (classe 1983) difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 4 anni e 8 mesi
      • Gianfranco Bruni, difeso dall’avvocato Luca Acciardi CHIESTI 20 anni
      • Giuseppe Zoltan Bruniani CHIESTI Un anno e 4 mesi
      • Salvatore Calandrino, difeso dagli avvocati Antonio Aloe e Rossana Cribari CHIESTI 10 anni e 4 mesi
      • Gianluca Campolongo, difeso dagli avvocati Nicola Carratelli CHIESTI 7 anni
      • Giuseppe Caputo, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 12 anni
      • Francesco Carelli (difeso dall’avvocato Ugo Ledonne) CHIESTI 4 anni e 8 mesi
      • Alessandro Cariati, difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Tanja Argirò CHIESTI 2 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Alessandro Catanzaro, difeso dall’avvocato Luca Acciardi CHIESTI 14 anni
      • Maria Rosaria Ceglie, difeso dagli avvocati Camillo Gabriele Fiorito ed Emma Eboli CHIESTI 3 anni e 8 mesi
      • Patrizio Chiappetta, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Alessandro Diddi CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Daniele Chiaradia, difeso dagli avvocati Pasquale Di Iacovo e Maurizio Malomo CHIESTI 12 anni e 4 mesi
      • Francesco Ciliberti, difeso dagli avvocati Alessandro Diddi ed Enzo Belvedere CHIESTI 16 anni
      • Fabiano Ciranno, difeso dall’avvocato Giancarlo Greco e Cesare Badolato CHIESTI 18 anni
      • Francesco Curcio, difeso dagli avvocati Mariarosa Bugliari CHIESTI 14 anni
      • Marco D’Alessandro, difeso dall’avvocato Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Adolfo D’Ambrosio, difeso dall’avvocato Cesare Badolato CHIESTI 20 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Francesco De Cicco, difeso dagli avvocati Cristian Bilotta e Francesco Gambardella CHIESTI 4 anni e 10 mesi
      • Massimiliano D’Elia, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 12 anni
      • Cesare D’Elia, difeso dall’avvocato Cristian Cristiano CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Andrea De Giovanni, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Tanja Argirò CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Michele Di Puppo, difeso dagli avvocati Angelo Pugliese e Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Umberto Di Puppo, difeso dagli avvocati Angelo Pugliese e Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Carlo Drago, difeso dagli avvocati Francesco Santelli e Cesare Badolato CHIESTI 20 anni
      • Renato Falbo, difeso dall’avvocato Pietro Sammarco CHIESTI 7 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Rosetta Falvo, difeso dall’avvocato Mario Scarpelli CHIESTI 10 anni e 10 mesi
      • Cristian Ferraro, difeso dall’avvocato Michele Donadio CHIESTI 10 anni e 10 mesi
      • Simona Ferrise, difeso dall’avvocato Laura Gaetano CHIESTI 14 anni
      • Rosa Filippelli, difeso dall’avvocato Angelo Nicotera CHIESTI 3 anni
      • Adolfo Foggetti, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti CHIESTI 3 anni e 8 mesi
      • Oscar Fuoco, difeso dall’avvocato Filippo Cinnante CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Pietro Gardi, difeso dall’avvocato Francesco Acciardi CHIESTI un anno e 4 mesi
      • Gino Garofalo, difeso dall’avvocato Antonio Quntieri CHIESTI 16 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Salvatore Garofalo, difeso dall’avvocato Filippo Cinnante CHIESTI 2 anni
      • Alberigo Granata, difeso dall’avvocato Filippo Cinnante CHIESTI 12 anni
      • Andrea Greco, difeso dall’avvocato Giorgia Greco e Sergio Rotundo CHIESTI 19 anni
      • Francesco Greco (pentito) CHIESTI 8 anni
      • Francesco Gualano, difeso dall’avvocato Angelo Pugliese CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Silvia Guido, difesa dagli avvocati Tanja Argirò e Giorgia Greco CHIESTI 16 anni
      • Francesco Iantorno, difeso dall’avvocato Francesco Boccia CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Giuseppe Iirillo, difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Aldo Iirillo CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Antonio Illuminato, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 20 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Luciano Impieri, difeso dall’avvocato Caterina De Luca CHIESTI 6 anni
      • Carlo Lamanna, difeso dall’avvocato Giuseppe Manna CHIESTI 20 anni
      • Daniele Lamanna, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti CHIESTI 3 anni e 4 mesi
      • Ettore Lanzino, difeso dall’avvocato Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Fabio Laratta, difeso dall’avvocato Pasquale Marzocchi CHIESTI 2 anni
      • Saverio Madio, difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Romualdo Truncè CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Gianluca Maestri, difeso dagli avvocati Renato Tocci e Rossana Cribari CHIESTI 20 anni
      • Antonio Magnelli, difeso dall’avvocato Gisberto Spadafora CHIESTI 2 anni
      • Massimo Giuseppe Maione, difeso dagli avvocati Giorgia Greco ed Enzo Belvedere CHIESTI 4 anni e 6 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Antonio Manzo, difeso dagli avvocati Antonio Ingrosso e Osvaldo Rocca CHIESTI 12 anni
      • Antonio Marotta, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 20 anni
      • Mauro Marsico, difeso dall’avvocato Lucio Ebardo e Luca Acciardi CHIESTI 10 anni
      • Francesco Mazzei, difeso dall’avvocato Cesare Badolato e Gianpiero Calabrese CHIESTI 16 anni e 6 mesi
      • Ivan Montualdista, difeso dall’avvocato Angelo Pugliese CHIESTI 16 anni
      • Alfredo Morelli, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 16 anni e 8 mesi
      • Alessandro Morrone (classe 1988), difeso dall’avvocato Giuseppe De Marco CHIESTI 16 anni e 8 mesi
      • Francesco Occhiuzzi (difeso dagli avvocati Vito Caldiero e Carmine Curatolo) CHIESTI 3 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Roberto Olibano junior (difeso dall’avvocato Anna Maria Domanico) CHIESTI 12 anni
      • Anna Palmieri, difesa dall’avvocato Vania Giuseppina Gianporcaro CHIESTI 5 anni e 4 mesi
      • Francesco Patitucci, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Laura Gaetano CHIESTI 20 anni
      • Damiana Pellegrino, difesa dagli avvocati Luca Acciardi e Lucio Esbardo CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Erminio Pezzi, difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Enzo Piattello, difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese CHIESTI 16 anni
      • Giuseppe Piromallo, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giorgia Medaglia CHIESTI 3 anni
      • Mario “Renato” Piromallo, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giorgia Medaglia CHIESTI 20 anni
      • Paolo Pisani, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Cesare Badolato CHIESTI 2 anni e 2 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Roberto Porcaro, difeso dall’avvocato Mario Scarpelli CHIESTI 20 anni
      • Franco Presta, difeso dagli avvocati Sara Luiu e Lucio Esbardo CHIESTI 20 anni
      • Gennaro Presta, difeso dagli avvocati Rossana Cribari e Cesare Badolato CHIESTI 20 anni
      • Roberto Presta, difeso dall’avvocato Maria Claudia Conidi CHIESTI 5 anni e 4 mesi
      • Maurizio Rango, difeso dall’avvocato Teodora Gabrieli CHIESTI 20 anni
      • Michele Rende, difeso dagli avvocati Rossana Cribari e Pasquale Marzocchi CHIESTI 14 anni
      • Francesco Ripepi, difeso dagli avvocati Michele Franzese e Sandro Furfaro CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Gianfranco Ruà, difeso dagli avvocati Massimo Petrone e Valentina Moretti CHIESTI 20 anni (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Antonio Russo, difeso dall’avvocato Roberto Deni CHIESTI 12 anni
      • Stefano Salerno, difeso dall’avvocato Angelo Pugliese CHIESTI 16 anni e 8 mesi
      • Eugenio Satiro, difeso dagli avvocati Fiorella Bozzarello e Filippo Cinnante CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Marco Saturnino, difeso dagli avvocati Giuseppe Malvasi e Filippo Cinnante CHIESTI 10 anni
      • Salvatore Sesso, difeso dagli avvocati Vincenzo Tridico CHIESTI 8 anni e 4 mesi
      • Luca Simerano, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 7 anni
      • Mario Sollazzo, difeso dagli avvocati Carlo Esbardo e Giovanni Favasuli CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Francesco Sorrentino, difeso dall’avvocato Linda Boscaglia CHIESTI 4 anni e 8 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)
      • Ettore Sottile, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Pasquale Naccarato CHIESTI 20 anni
      • Alberto Superbo, difeso dall’avvocato Angelo Pugliese e Gianluca Garritano CHIESTI 20 anni
      • Marco Tornelli, difeso dall’avvocato Cristian Cristiano CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Alberto Turboli, difeso dall’avvocato Cristian Bilotta e Maurizio Nucci CHIESTI 10 anni e 10 mesi
      • Danilo Turboli, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 10 anni e 8 mesi
      • Francesco Veltri, difeso dall’avvocato Luca Acciardi CHIESTI 6 anni
      • Giuseppe Zaffonte, difeso dall’avvocato Emanuela Capparelli CHIESTI 5 anni e 7 mesi
      • Roberto Zengaro, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 10 anni e 10 mesi
      • Antonio Zinno, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli CHIESTI 10 anni e 8 mesi (clicca su avanti per leggere le parti civili)

      “Reset” in abbreviato, le parti civili

      • Ministero dell’Interno, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Ministero della Giustizia, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Regione Calabria, difesa dall’avvocato Michele Rausei
      • Presidenza del Consiglio dei Ministri, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Ministero della Difesa, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Ministero della Difesa – Comando Generale dei Carabinieri, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Commissario Straordinario del Governo presso il Ministero tratto Antiusura e Racket, difeso dall’avvocato Antonello Membrini, Invitalia, difesa dall’avvocato Grazia Volo
      • Comune di Cosenza, difeso dall’avvocato Francesco Chiaia
      • Provincia di Cosenza, difeso dall’avvocato Raffaele Prisco
      • Comune di Rende, difeso dall’avvocato Santo Spadafora
      • Monopoli di Stato, difeso dall’avvocato Antonello Membrini
      • Associazione AntiRacket Lucio Ferrami, difesa dall’avvocato Carlo Carere
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      'Ndrangheta · Cosenza · Francesco Patitucci · Reset

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      • - 16:15Casa della Musica, il sindaco Franz Caruso: «Luogo da preservare e tutelare»
      • - 16:07Laboratorio analisi del Compagna, presto torneranno i test in loco. Bernardi: «Servizio sempre garantito»
      • - 15:59“Terremoti d’Italia” a Montalto Uffugo: la mostra nazionale che insegna la prevenzione
      • - 17:13«L’amministrazione Caruso è al capolinea»: i consiglieri di minoranza lanciano l’affondo dopo il voto regionale
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      Dopo 20 anni

      Verità e ombre dell’omicidio di Franco Fortugno, il delitto politico eccellente commesso in Calabria

      Ripercorriamo le tappe della vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna di mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio dell’allora vicepresidente del consiglio regionale, tra suicidi misteriosi e livelli superiori mai dimostrati 
      Marco Cribari
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      Gli aggiornamenti

      Piragineti, l’artigiano è morto per un malore: no all’autopsia

      L’esame esterno conferma la morte naturale dell’artigiano 56enne. Il decesso sarebbe avvenuto per un infarto mentre era al lavoro
      Matteo Lauria
      Piragineti, l’artigiano è morto per un malore: no all’autopsia\n
      Incidente stradale

      Auto precipita in un burrone a Corigliano: due feriti gravi nel cuore della notte

      L’incidente è avvenuto in località Santa Croce. I due occupanti, entrambi stranieri, sono ricoverati con prognosi riservata
      Matteo Lauria
      Auto precipita in un burrone a Corigliano: due feriti gravi nel cuore della notte\n
      La sentenza

      Cani in autostrada, il Giudice di Pace di Castrovillari condanna Anas a risarcire automobilista

      L’uomo, in viaggio con la famiglia, aveva centrato un randagio lungo l’A2 a Campotenese. Il giudice ha riconosciuto la responsabilità del gestore per l’assenza di recinzioni
      a. al.
      Cani in autostrada, il Giudice di Pace di Castrovillari condanna Anas\u00A0a risarcire automobilista\n

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      Buscè: «Cosenza ha fame di calcio, ma senza tifosi non è calcio»

      L’allenatore rossoblù racconta il lavoro sul gruppo, il sogno di un Marulla pieno e la voglia di riscatto dopo la retrocessione

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      Antonio Lavitola: «Vi racconto dei resti umani all'Umberto I»

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      Nuovo ospedale conteso da Rende e Cosenza, Principe risponde a Caruso

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      Violento impatto

      Incidente a Corigliano Rossano, auto precipita in un burrone nella notte: due feriti gravi

      È successo in località Santa Croce, nel centro storico. I due occupanti sono ricoverati con prognosi riservata
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      Cronaca stradale

      Statale 107 chiusa a Caccuri per incidente: due feriti

      Scontro tra auto, traffico interrotto in entrambe le direzioni
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      Emergenza idrica

      Cosentino a secco, crollano le portate degli acquedotti

      Abatemarco e Capodacqua registrano cali fino al 30%. Emergenza idrica anticipata di due mesi.
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      Ambiente e legalità

      Scarichi fognari e roghi di rifiuti, denunce nel Cosentino

      Falconara e Amantea sotto la lente dei Carabinieri Forestale: sequestrata una condotta abusiva, due persone deferite.
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      Paura nella notte

      Urla in condominio a Rende: carabinieri e 118 la bloccano con un presunto pugnale

      Momenti di tensione a Quattromiglia (Rende) nei pressi dell’hotel Majorana: in escandescenza bloccata da carabinieri e 118
      Redazione
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      Dramma a Rossano

      Piragineti, tragedia sul lavoro: 56enne muore cadendo da una scala

      L’uomo, impegnato in lavori di ferro, sarebbe precipitato a causa di un malore improvviso. Inutili i soccorsi del 118. La comunità sotto choc.
      Matteo Lauria
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      stangata

      Asp Cosenza, condanna da 1 milione di euro per un dirigente: sentenza della Corte dei Conti

      Un dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza è stato ritenuto responsabile di danno erariale per mancata gara d’appalto sui gas medicali, con un risarcimento di un milione di euro
      Redazione
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      L’anniversario

      Vent’anni fa l’assassinio di Franco Fortugno e la sfida del movimento “Ammazzateci tutti” che voleva cambiare la politica e la Calabria

      Il 16 ottobre 2005 la ‘ndrangheta uccise a Locri il consigliere regionale in un seggio delle primarie. Da quel delitto nacque una mobilitazione di giovani che scosse la coscienza del Paese. Una storia che ancora oggi scuote le coscienze e aspetta risposte sui rapporti tra clan e politica
      L.F.
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      movida illegale

      Rende, bar convertiti in discoteche: la nuova “moda” stroncata dai carabinieri

      Serate danzanti organizzate senza autorizzazioni e in locali non adeguati, a partire dalla scorsa estate i controlli eseguiti dall’Arma hanno messo in risalto irregolarità punite con denunce e pesanti sanzioni amministrative
      Marco Cribari
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      Inchiesta Saulo

      ’Ndrangheta, il ricambio generazionale nella cosca Farao Marincola dopo i blitz antimafia: ecco chi comandava a Cirò

      Il clan del Crotonese aveva rifondato i propri assetti anche dopo la decapitazione dei suoi boss. Il nuovo assetto organizzativo per gestire estorsioni, appalti e bacinelle: la base era in un autosalone
      Alessia Truzzolillo
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      Scuole chiuse a Cosenza, Montalto, Rende e Castrolibero per allerta meteo arancione | LIVE

      I Comuni dispongono la sospensione delle attività didattiche e la chiusura dei parchi cittadini per giovedì 16 ottobre. Previsti temporali intensi e forti raffiche di vento
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      Usura aggravata a Castrovillari, condanne confermate anche in Cassazione

      Gli ermellini hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dai fratelli Propato. Secondo la procura avrebbero vessato alcuni imprenditori locali
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      Fatture false per 165mila euro: nei guai un imprenditore di Castrolibero “evasore totale”

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