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‘Ndrangheta Cosenza, Fioravante Abbruzzese “scagiona” i figli: «Non esiste alcun clan»

Il padre di Luigi, Marco, Nicola, Antonio, Franco e Celestino (ora pentito), respinge le accuse di mafia e fornisce la sua versione al presidente Fabiana Giacchetti

‘Ndrangheta Cosenza, Fioravante Abbruzzese “scagiona” i figli: «Non esiste alcun clan»

Nell’ultima udienza di Reset (il processo contro la ‘ndrangheta di Cosenza), svoltasi lo scorso 7 ottobre nell’aula bunker di Catanzaro, si sono concluse le discussioni difensive degli avvocati. Ma è stata anche l’occasione per tanti imputati di rendere dichiarazioni spontanee. In questo caso, parliamo di Fioravante Abbruzzese, ritenuto uno dei presunti confederati alla ‘ndrangheta di Cosenza.

Il padre di Luigi, Marco, Nicola, Antonio, Franco e Celestino (ora pentito), ha escluso che la sua famiglia faccia parte di un clan di ‘ndrangheta. Egli stesso ritiene di essere stato condannato ingiustamente nel processo Timpone Rosso, l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro che ha disarticolato fino a un certo periodo la cosca Abbruzzese di Cassano Ionio.

Fioravante Abbruzzese, dichiarazioni spontanee

«Dovete sapere», rivolgendosi al presidente Fabiana Giacchetti, «che sono detenuto dal 2007, e prima di quell’anno non sono mai stato coinvolto in reati di stampo mafioso o legati alla ‘ndrangheta. Non sono mai stato detenuto né imputato per reati mafiosi, e questo non lo dico solo io: ci sono due sentenze, della Corte d’Appello di Roma e di Perugia, che confermano questo punto. È anche scritto nel mio certificato penale, dove si attesta che non ho precedenti per questi tipi di reati».

Riferendosi al presidente del tribunale e al pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Fioravante Abbruzzese ha detto che «la mia attività lavorativa consisteva nel commercio di ferro vecchio. Con il mio camion, raccoglievo ferro che poi rivendevo. Anche mio figlio, Celestino, oggi collaboratore di giustizia, può confermare che lavorava con me. È stato sempre un ragazzo che lavorava giorno e notte, e questo possono testimoniarlo in molti».

«Per svolgere il mio lavoro, avevo preso in uso un terreno lungo il fiume, dove scaricavo il ferro raccolto durante la giornata. Mi è stata fatta una denuncia per occupazione abusiva di quel terreno, ma lo utilizzavo solo come discarica per il materiale di ferro, e avevo persino chiesto al Comune di fare delle pulizie in quella zona, dove avevo messo della breccia per sistemare l’area. Tutte le ricevute di discarica e i documenti del mio lavoro sono stati raccolti e forniti agli atti, compresa la firma di mio figlio Celestino, perché io, allora come oggi, non so leggere né scrivere».

“Famiglia Banana” non legata alla ‘ndrangheta di Cosenza

Fioravante Abbruzzese ha poi aggiunto: «Ci tengo a precisare che non c’è mai stata una “famiglia Banana” o una banda criminale chiamata così legata alla ‘ndrangheta. Io non ho mai fatto parte di gruppi di questo genere, né sono stato implicato con italiani, né con altri rom, e nemmeno con i miei familiari di Timpone Rosso. Il reato per cui sto pagando oggi, una pena di venticinque anni, è un reato che non ho mai commesso. Anche la Corte d’Appello di Catanzaro conferma che ci sono state incongruenze nelle testimonianze contro di me, come nel caso dei fermi riportati dal collaboratore Pasquale Perciaccante e altri membri della famiglia Abbruzzese. I dati di questi fermi non sono coerenti con la mia posizione, poiché risulto fermato in tre occasioni in cui ero già detenuto in carcere. Ho fornito i documenti relativi a queste circostanze ai miei difensori e spero che questi siano stati presentati anche a voi, signor Pubblico Ministero».

‘Ndrangheta Cosenza, il figlio pentito

«Quando è arrivato Franco Bevilacqua, che alcuni indicano come capo di una nuova famiglia, io ero già in carcere e non potevo avere nulla a che fare con quelle situazioni. Anche durante quel periodo, lavoravo solo per mantenere me e i miei figli, e ciò mi bastava», ha spiegato Fioravante Abbruzzese.

«Vi invito a chiedere conferma a mio figlio Celestino, che può testimoniare di aver lavorato sempre con me, come tutti i miei figli, accompagnandomi nella raccolta del ferro e firmando al mio posto i documenti quando necessario. Anche se ho commesso altri reati comuni, e li ho scontati, non ho mai fatto parte di organizzazioni mafiose», ha concluso l’imputato presente nel procedimento penale contro la ‘ndrangheta di Cosenza.

Processo abbreviato “Reset”, le richieste della Dda

  • Antonio Abbruzzese (classe 1975), difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Cesare Badolato CHIESTI 7 anni e 6 mesi
  • Antonio Abruzzese alias Strusciatappine, difeso dall’avvocato Mariarosa Bugliari CHIESTI 14 anni
  • Antonio Abbruzzese (classe 1984) difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Filippo Cinnante) CHIESTI 20 anni
  • Celestino Abbruzzese, difeso dall’avvocato Simona Celebre CHIESTI 6 anni
  • Fioravante Abbruzzese, difeso dall’avvocato Cesare Badolato CHIESTI 14 anni
  • Francesco Abbruzzese, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri CHIESTI 12 anni
  • Luigi Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
  • Marco Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
  • Nicola Abbruzzese, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Sanvito CHIESTI 20 anni
  • Rocco Abbruzzese, difeso dall’avvocato Mariarosa Bugliari CHIESTI 12 anni
  • Saverio Abbruzzese, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani CHIESTI 10 anni e 8 mesi
  • Gianluca Alimena, difeso dall’avvocato Emiliano Iaquinta CHIESTI 2 anni
  • Claudio Alushi, difeso dall’avvocato Angelo Nicotera CHIESTI 18 anni
  • Salvatore Ariello, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello CHIESTI 20 anni
  • Luigi Avolio, difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Raffaele Brescia CHIESTI 10 anni e 8 mesi
  • Ivan Barone, difeso dall’avvocato Rosa Pandalone CHIESTI 8 anni
  • Giuseppe Belmonte, difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo CHIESTI 8 anni e 2 mesi (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati del processo abbreviato di “Reset”)

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