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Succede in quasi tutte le inchieste sulla criminalità organizzata che vi siano uno o più militari “infedeli” che rivelerebbero agli appartenenti delle varie cosche presenti sul territorio notizie investigative coperte da segreto istruttorio. Anche nell’ultima indagine sugli arresti a Cosenza, emerge un contesto simile, anche se gli inquirenti della Dda di Catanzaro, non hanno individuato ancora il soggetto che avrebbe confidato alcune cose al clan degli “zingari” di via Popilia.
Arresti a Cosenza, l’intercettazione captata nel clan degli “zingari”
La frase viene attribuita dagli investigatori a Ivan Barone, uno dei presunti affiliati all’associazione a delinquere dedita al narcotraffico e già presente in “Nuova Famiglia“. Per le forze dell’ordine, l’indagato è pienamente attivo nel traffico di droga e avrebbe rapporti con una persona che starebbe all’interno di una caserma di Cosenza. Ad oggi non viene formulato alcun capo d’imputazione, tranne quello riferito a un militare dell’Arma, in servizio presso la Compagnia di San Marco Argentano, secondo cui avrebbe rivelato a due soggetti legati ad Adolfo D’Ambrosio che la targa di un’auto era in realtà nella disponibilità dei carabinieri.
Nel caso di specie, l’intercettazione contiene più o meno lo stesso contenuto con qualche dettaglio in più. Si tratta di un momento delicato per le attività illecite del gruppo degli Abbruzzese che da lì a un anno verranno colpiti per la prima volta dalla magistratura con l’operazione “Testa di Serpente“, un antipasto investigativo contro il gruppo degli “zingari” e quello riconducibile a Roberto Porcaro.
Arresti a Cosenza, Barone: «I carabinieri ci stanno addosso»
È il 23 settembre 2018 quando la Dda di Catanzaro annota una conversazione captata nel corso di un colloquio tra Luigi Abbruzzese, a cui era stato iniettato il trojan, Ivan Barone, Marco Abbruzzese e Claudio Alushi. Per i magistrati antimafia Ivan Barone riporta ai fratelli e all’altro interlocutore di aver appreso alcune informazioni circa i movimenti della Benemerita nel territorio di Cosenza.
La “fonte” di Barone avrebbe spiegato che i militari dell’Arma di Cosenza disporrebbero di un’autovettura Golf di colore grigio, munita delle telecamere. «Ha detto che c’è una golf grigia che ha una telecamera davanti e una dietro ed un’altra macchina che noi non la conosciamo, ha detto, che sono carabinieri. Stiamoci attenti che li abbiamo proprio addosso». Ancora Barone avrebbe aggiunto che la sua “fonte” gli avrebbe comunicato che da lì a poco ci sarebbero stati arresti, spiegando che lo stesso sarebbe originario della Valle dell’Esaro. (leggi in basso)
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