
Cosenza, ecco chi non fa parte dei clan di 'ndrangheta | NOMI
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La sentenza del 19 dicembre 2024, letta nell’aula bunker di Castrovillari, ha sancito che a Cosenza esiste una confederazione mafiosa di stampo ‘ndranghetistico. Il presidente Fabiana Giacchetti, condannando alcuni imputati ritenuti inseriti nel presunto gruppo Presta di Roggiano Gravina, ha dato forma in fatto e in diritto alla contestazione principale della Dda di Catanzaro nel processo Reset.
Il processo Reset, com’è noto, si divide in due tronconi. Il dispositivo pre-natalizio ha riguardato gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Sempre a Castrovillari si svolge il rito ordinario, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia.
Nel processo Reset l’imputazione più importante era proprio l’esistenza della confederazione mafiosa. Imputazione formulata dai pubblici ministeri Corrado Cubellotti e Vito Valerio a seguito delle indagini interforze portate avanti dalla Polizia, dalla Guardia di Finanza e dall’Arma dei carabinieri. Attività investigative che, grazie a intercettazioni e dichiarazioni dei vari collaboratori di giustizia, hanno consentito di fare luce sulle dinamiche illecite dei clan di Cosenza.
Nelle città di Cosenza e Rende esistono, secondo la Dda di Catanzaro, due cosche: quella “Lanzino-Patitucci”, la cosiddetta cosca degli italiani, e quella Abbruzzese, meglio conosciuta come la cosca degli “zingari” di via Popilia. Le condanne in tal senso hanno ulteriormente aggravato il casellario giudiziale dei vari Francesco Patitucci, Roberto Porcaro, Michele Di Puppo, Umberto Di Puppo, Mario “Renato” Piromallo, Adolfo D’Ambrosio, Alberto Superbo, Luigi Abbruzzese, Marco Abbruzzese e tanti altri.
La sentenza di primo grado del processo Reset, rito abbreviato, ha statuito anche un’altra cosa. Delle 37 assoluzioni pervenute, 21 hanno permesso di fare chiarezza sulle non responsabilità penali di quegli imputati accusati originariamente di avere avuto un ruolo, seppur minore, nella confederazione mafiosa.
Le assoluzioni relative al capo 1 sono state quelle di:
Per leggere le motivazioni della sentenza di primo grado del processo Reset, rito abbreviato, serviranno almeno 90 giorni. È questo il tempo che si è preso il presidente Fabiana Giacchetti per illustrare i motivi hanno portato ad emettere 82 sentenze di condanna e 37 sentenze assolutorie.
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